Una cieca furia iconoclasta si è rovesciata contro il dio Amon la cui effigie e il cui nome vengono martellati senza pietà sui monumenti e sulle epigrafi di Karnak e di Luxor. Improvvisamente, nel quinto anno del suo regno, il faraone Amenofi IV ha abbracciato ufficialmente il culto di Aton, il disco solare, ha cambiato nome e ha spostato la sua residenza. Ora Amenofi si fa chiamare Akhenaton e regna da Akhetaten, la città che frettolosamente ha fatto costruire tra Menfi e Tebe, in una pianura circondata da dirupi che non appartiene a nessuno e che non è devota ad alcun dio. Contro tutte le tradizioni, egli celebra i riti circondato da tutta la famiglia, in un grandioso tempio solare a cielo aperto - la "Dimora di Aton"- così che l’astro benefico possa inondarlo di luce e di calore, tramite perfetto tra le benevolenza del dio e il suo popolo. La sua corte è formata da uomini nuovi che sperano in rapide carriere e nuova e scandalosa è l’immagine che la famiglia reale dà di sé: Akhenaton e la sposa reale Nefertiti si mostrano liberamente in pubblico e si fanno rappresentare in atti di intimità inconcepibili fino ad ora.